Siamo ancora nel pieno dell’onda CoronaVirus e ancora non vediamo la luce ma credo sia possibile e necessario, grazie anche a quello scatto di produttività che le nostre postazioni smartworking ci consentono, iniziare a pensare alla logica del dopo. E’ infatti un momento in cui oltre a gestire l’emergenza è possibile pensare a come riprendere le attività quando inizieremo a vedere un po’ di chiaro.
Quello che posso suggerire alla luce della mia competenza è il metodo con cui approcciarsi ad una comprensione delle logiche di mercato da qui in avanti. Una logica che sia di beneficio per impostare la propria attività con un approccio di graduale ripresa verso una rinnovata normalità.
Credo che ci siano due livelli di osservazione in questo momento ovvero i fenomeni macroeconomici e quelli microeconomici specifici del nostro settore. Questi due livelli si incrociano con il tema dei cambiamenti di breve periodo e di lungo, con la prima che ovviamente prevale in questa fase emergenziale.
I fenomeni macroeconomici sono, tra i tanti, carenza di domanda e cambiamento delle sue logiche geografiche e nelle fasce di clienti, accorciamento e ristrutturazione delle filiere, digitalizzazione su vari fronti (marketing, management dell’attività, ordinativi, post vendita customer care, etc.). Vorrei citare solo alcuni. Il mio post non vuole essere infatti uno sforzo per capire come andrà l’economia, non sono un economista, ma piuttosto quello di un osservatore che da spunti su come ottenere insight a supporto del proprio business.
Ifenomeni micro, ovvero specifici del proprio business, sono più difficili da trovare dall’esterno dato che vanno come sempre analizzati alla luce della propria situazione specifica, del proprio business, della propria nicchia di mercato e delle nuove potenzialità. Pretenzioso altresì argomentare in questo senso essendo specifica la situazione di ciascuna nicchia di mercato o azienda. E’ emblematico il caso di molte aziende che nelle ultime settimane hanno iniziato a riconvertire parte della propria produzione verso i dispositivi di protezione individuale, i device medicali etc. Ma non tutte le aziende hanno la competenza per riposizionarsi sui fabbisogni di una economia simile a quella di guerra per certi versi.
Andando al di la degli specifici fenomeni io credo invece che il vero punto critico di uno sforzo di analisi di questa natura, necessario e fondamentale, sia quello di riuscire a capire quali degli attuali trend macro e micro rimarranno nel lungo periodo e quali invece caratterizzeranno solo il periodo di emergenza e di riavvio delle attività. Credo che questo aspetto sia particolarmente importante ai fini della pianificazione strategica. E’ importante infatti capire che su alcuni di questi trend dovremmo investire in misura e maniera strutturale per la continuità al di la dell’emergenza, mentre su altri la necessità di investimento potrebbe non riguardare il lungo periodo ma soltanto la fase di ripresa dell’attività.
Per quanto riguarda l’aspetto macroeconomico è abbastanza evidente ad esempio il fatto che ci sia una accelerazione della digitalizzazione in tutti i sensi. Tutti in queste settimane abbiamo imparato che è possibili sfruttare questi canali ancora di più di quanto facevamo prima da tutti i punti di vista ovvero marketing, management dell’attività, ordinativi, post vendita customer care, etc. E’ inequivocabile che da questo punto di vista abbiamo imparato qualcosa che ci gioverà non solo nel breve ma anche nel lungo periodo in quanto saremo probabilmente più smart d’ora in avanti e forse avremo in parte colmato quel gap che ci separava da altri paesi più avanti a noi sotto questo profilo.
Alla luce di questa considerazione vorrei sottolineare inoltre ancora una volta il concetto di pianificazione flessibile. Dobbiamo infatti chiaramente rivedere tutto ciò che avevamo impostato. In questo momento è tuttavia difficile pensare ad una pianificazione di lungo raggio ed è ancora più evidente la necessità di fare piani di mercato flessibili, semplici, rivedibili alla luce di dinamiche di mercato difficilmente prevedibili oggi.
Siamo tutti ad affrontare una logica day-by day o al più week by week, nessuno escluso credo. In questa situazione credo che la pianificazione debba essere impostata più che altro su due segmenti di natura temporale ovvero sul breve da un lato e sul lungo raggio dall’altro capitalizzando gli insight legati all’emergenza e di natura strutturale che la nostra attività di analisi ci ha portato ad individuare. Non deve tuttavia passare in secondo piano la nostra segmentazione tipica, per settori di attività o aree geografiche, che deve tuttavia necessariamente incrociarsi con l’approccio temporale evidenziato.
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